Parlare del pensiero critico nel mondo della UX è fondamentale. È cruciale applicarlo in ogni fase del processo, esaminando non solo ciò che è visibile ma anche anticipando gli imprevisti e gli aspetti nascosti che l’utente potrebbe non notare immediatamente. Sopratutto in momenti di difficoltà, gli utenti apprezzeranno sicuramente che noi, come UXers, abbiamo previsto quei passaggi. Questo è il cuore del nostro lavoro: prevenire problemi, effettuare test accurati e creare esperienze utente fluide e intuitive anche quando nessuno se ne accorge 🙂
È un dovere. Un obbligo. Un impegno costante.
Nessuno lo ha richiesto esplicitamente, ma è assolutamente necessario farlo. Quando si discute di “prevedere” un passaggio, non si intende necessariamente aggiungere ulteriori azioni per giustificare qualcosa, bensì si tratta di comprendere a fondo ciò di cui l’utente potrebbe avere bisogno e che noi, al momento, non stiamo considerando. Per illustrare con un esempio concreto, possiamo parlare di Amazon. Ho effettuato un ordine che si è rivelato essere un duplicato, poiché non mi ero reso conto di aver cliccato due volte sul pulsante a causa del fatto che la pagina sembrava non funzionare correttamente. Cosa ha fatto Amazon? Quando ho aggiornato la pagina, mi ha notificato che avevo creato un duplicato e mi ha chiesto se desideravo proseguire con la richiesta. Avendo come configurazione del pagamento automatizzato, avrebbe potuto tranquillamente farmi due ordini, ma avendo previsto quel passaggio che poteva succedere, non solo mi hanno risparmiato il fastidio di dover annullare l’ordine e tutte le incertezze che questo potrebbe comportare, ma mi hanno colpito dimostrando una grande sicurezza in tutte le fasi del processo.
Situazione cognitiva
Si tratta di prevedere ciò che è giusto e ciò che dovrebbe accadere in un determinato contesto. Ad esempio, quando desideriamo eliminare un elemento, ci aspettiamo un avviso sotto forma di finestra di Alert o qualche tipo di notifica che ci informi che stiamo per compiere un’azione potenzialmente irreversibile. Quando questo non accade, è inutile spiegare la frustrazione e la grande delusione che l’utente sperimenterà. Questi sono veri e propri segni di disagio che l’utente può facilmente identificare come una pessima esperienza. Indipendentemente dall’estetica dell’interfaccia grafica, ciò che veramente conta è vivere un’esperienza che risponda alle aspettative cognitive dell’utente.
Situazione “Shock because” – Panico!
Non ti è mai successo di cancellare qualcosa per errore? Prendiamo come esempio Google Drive. Immagina la mia situazione quando accidentalmente ho eliminato un’intera cartella contenente oltre 100 file. Avevo due cartelle identiche, con la sola differenza che una di esse aveva un trattino basso nel nome, che per me indicava che era in fase di lavoro o in corso di sviluppo. Quando ho molte cartelle, solitamente le sposto in un altro archivio, eseguendo il classico comando “sposta cartella”. Tuttavia, senza volere, ho premuto per sbaglio il tasto elimina.
È inutile descrivere i sudori freddi che si provano con lo spavento dell’azione. In questa situazione sarebbe stato estremamente utile ricevere un bellissimo avviso, come ho menzionato in precedenza, che mi desse l’opportunità di rimediare, ma purtroppo non è andata così. Pochi millisecondi dopo, nella parte inferiore dello schermo, è apparso un fantastico messaggio che notificava la mia azione e includeva un meraviglioso tasto per annullare immediatamente l’azione.
Sono quei momenti di trionfo e sollievo che sembrano incredibili. Infatti, se ci rifletti, la mossa successiva alla paura sarebbe stata pensare che puoi semplicemente accedere alla sezione dei file cancellati e tentare di recuperarli lì. Ma, non sarebbe stata un’esperienza piacevole dover intraprendere tutto quel percorso di ricerca del file eliminato solo per poi tornare alla cartella di partenza. Che sforzo inutile, vero? Il pensiero critico supporta gli utenti nel compiere le azioni davvero essenziali durante situazioni di difficoltà, rappresentando una vera sfida per il mondo della UX. In questo contesto, un gigante come Google ha suggerito che avere un avviso ogni volta che si deve cancellare qualcosa sarebbe stato altrettanto snervante. Considerando che si tratta di un tool con cui si eseguono numerose operazioni quotidianamente, ha deciso di non disturbare con avvisi che potrebbero interrompere la libertà d’azione degli utenti, ma nel caso di errore, avvisarli costantemente della possibilità di tornare indietro.
La User Experience ci insegna che fare del nostro meglio va ben oltre la semplice immaginazione di un’interfaccia piacevole e accattivante. La vera magia avviene nei piccoli dettagli e, soprattutto, nelle aree di massima difficoltà. Utilizzare il pensiero critico ponendosi domande come “Perché ho appena fatto quello che ho fatto?”, “Quanto è utile questo per l’utente su una scala da 1 a 5?”, o “È veramente necessaria questa azione?” consente di avvicinarsi rapidamente all’esperienza utente desiderata. Questi accorgimenti ci aiutano a creare interfacce che non sono solo gradevoli, ma anche funzionali ed efficienti, migliorando così l’interazione complessiva.