“Amazon è un sito brutissimo, ma che vende tantissimo” frase tra i designer.

Mi è capitato di sentire spesso questa frase: “Amazon è un sito bruttissimo, ma che vende tantissimo”. Ecco, credo che partire da questa affermazione sia un po’ il punto di partenza di un’idea sbagliata quando si parla di un’esperienza utente (UX) di qualità.

È vero, Amazon è diventato un gigante delle vendite online, un punto di riferimento per molti di noi. Però, etichettare il suo design come “brutto” potrebbe farci trarre conclusioni affrettate. Forse l’aspetto visivo non è il suo punto forte, ma è importante capire che l’efficacia di Amazon sta altrove. Si concentra sull’efficienza, sulla facilità di utilizzo e sulla velocità delle transazioni, piuttosto che su aspetti puramente estetici.

Il pericolo di fare di un sito di successo un modello da seguire solo in base all’aspetto estetico è che si rischia di trascurare ciò che è davvero importante per gli utenti. Un sito web ben progettato dovrebbe rispondere alle esigenze degli utenti, offrendo un’esperienza fluida e intuitiva. La UX va oltre l’aspetto visivo, coinvolgendo la facilità d’uso, l’accessibilità e la soddisfazione generale dell’utente.

Recentemente, affascinato dalla curiosa affermazione “Brutto ma vende” associata ad Amazon, ho deciso di approfondire la questione cercando alternative e visioni differenti di come un marketplace dovrebbe presentarsi. Ebbene, con tutta onestà, non posso fare a meno di condividere che la mia ricerca non ha portato a scoperte sorprendenti. Al contrario, mi sono imbattuto in proposte che sembrano essere, più che altro, delle “copie” di ciò che già esiste, forse con un tocco di estetica più accattivante, ma senza un vero proposito dietro a livello di necessità. Quindi, da quanto ho capito, quando qualcuno critica definendo qualcosa come “brutto”, si riferisce principalmente all’aspetto estetico?

La User Experience (UX) ci insegna che, quando qualcosa non piace, è fondamentale capire innanzitutto se soddisfa la necessità principale dell’obiettivo. Successivamente, è importante valutare se il modo in cui risolve questa necessità è efficace o se è necessario ripensare alcuni flussi. Se basiamo la nostra valutazione unicamente sull’aspetto estetico, rischiamo di trascurare la parte più importante: l’utente. In altre parole, l’utente generalmente non si preoccupa se un sito è esteticamente bello o meno; ciò che conta per lui è se il sito risponde alle sue esigenze. Inoltre, è importante notare che di solito l’utente non ha aspettative predefinite su cosa troverà una volta atterrato sul sito.

Tornando a noi, questa riflessione mi ha spinto a considerare l’innovazione nel settore dei Marketplace. Nonostante l’importanza della bellezza visiva e dell’ordine, sembra che molti seguano un percorso convenzionale. In altre parole, partono da ciò che considerano “bruto” e presentano un miglioramento senza affrontare un passaggio cruciale: il perché. Se definisci “bruto” qualcosa che ritieni migliorabile solo dal punto di vista estetico e poi affermi che è bello solo secondo la tua prospettiva, allora non si può parlare veramente di “fare UX”, ma si tratta solamente di un punto di vista a livello di UI.

Ecco alcuni essempi:

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Ecco dove voglio arrivare. Una copia più carina a livello UI.
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Ed ecco un’altra. Un po’ più chiara!

E tanti altri molto simili che si bassano molto sul aspetto anziché sull’utilità. Quando pensiamo a un Marketplace, dovremmo considerare non solo l’aspetto grafico, ma anche come esso si integra nella vita quotidiana degli utenti. La vera innovazione potrebbe risiedere nella semplificazione dei processi, nell’introduzione di funzionalità rivoluzionarie o nell’adattamento alle esigenze mutevoli dei consumatori.

La User Experience (UX) ci insegna a cogliere l’occasione al volo, ovvero, se devi fare qualcosa, assicurati che sia anche utile e non si basi solo sull’aspetto estetico. Voglio spiegarmi meglio. Immagina per un attimo che Amazon veda la tua proposta, cosa dovrebbe pensare? Forse: “Ah, ok, bello!”… ma non riconoscerà un lavoro ben fatto, né capirà il tuo punto di vista, perché si tratta di qualcosa che già conosce. Ripeto, sono sicuro che questo tema venga discusso frequentemente nei quartieri generali di Amazon: il sito potrebbe essere migliorato. Immagina che anche loro abbiano compreso che, a livello estetico, il sito non è al massimo. Ma, rifarlo completamente solo per “abbellire” ciò che già c’è e non funziona, non sarebbe una scelta saggia da parte di nessuno!

Quindi, cosa possiamo fare quando si dice che un sito è brutto? E cosa si intende davvero con questa espressione? A dir la verità, non mi sono mai soffermato troppo sull’aspetto estetico di Amazon, anche se lo trovo un sito molto efficiente. La sua velocità nelle ricerche è ciò che mi ha colpito di più, un aspetto cruciale nei marketplace. L’assistenza è tra le migliori e la gestione dei resi è impeccabile. Che altro si può chiedere? Ha tutto il necessario. Dal mio punto di vista da utente, il resto conta davvero poco!

Quindi, partendo da questa premessa, anch’io desidero esprimere il mio punto di vista, ma focalizzandomi al 100% sull’aspetto UX e, sì, anche UI. Innanzitutto, credo che Amazon sia molto tecnico, ricco di informazioni, forse persino troppo. Quando penso al mio processo di navigazione su Amazon, l’unica cosa che utilizzo veramente è la barra di ricerca; per il resto, non sono sicuro a cosa serva, e non so nemmeno se qualcuno ci abbia mai cliccato, magari per puro caso o per noia. Quindi, per me, questo è già un campanello d’allarme. È necessario un restyling, certo, ma prima bisogna risolvere cosa prendere in considerazione per il rifacimento e cosa andrebbe assolutamente eliminato.

Presto la seconda parte…

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